mercoledì 22 agosto 2007

Crociera Russia e Scandinavia — 5a puntata


San Pietroburgo


Questa è la città più attesa, come se si dovessimo andare alla Roma della Russia.
Iniziamo il giro il mattino di un'estate quantomeno ingenerosa. Banchi di nebbia e una certa frescura fuori stagione non rendono particolarmente godibile la giornata.
Al di là delle puntuali descrizioni della guida, cerco di cogliere lo spirito della Grande Madre Russia di cui gli abitanti sono così orgogliosi. Gli edifici, pur essendo magnifici all'esterno, non danno, nel loro insieme, un'impressione fiabesca come a Praga. Né riesco a cogliere la perenne atmosfera del valzer di Strauss presente a Vienna. La meravigliosa giustapposizione di meraviglie che è presente a Roma qui è più diluita e omogenea. Forse Firenze o Parigi potrebbero somigliarle vagamente. La Russia è la fine dell'Europa, l'estremo limite orientale, il contrafforte che ci separa dall'Asia. San Pietroburgo è finnica, scandinava, francese, italiana e russa. Il suffisso -burg la rende anche un po' germanica, olandese per la precisione, visto che i suoi precedenti nomi (Pietrogrado e Leningrado) erano provvisori e dai suffissi un po' troppo “russi”.
Come tutte le capitali che si rispettano, un grande fiume, davvero immenso, l'attraversa ripetutamente. La gigantesca Neva viene solcata addirittura dagli aliscafi. È stata il crocevia di grandi traffici e la protagonista degli eventi tra i più significativi della storia moderna: quale città ha sacrificato ottocentomila dei suoi abitanti durante l'assedio tedesco dell'ultima guerra?
Anche qui i giovani sono i protagonisti della città. Sono davvero tanti, è possibile scorgerli ovunque a passeggio. Non è da qui che è iniziata la Rivoluzione d'ottobre?

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Se una parte dell'orgoglio russo consistesse nel vole stupire a tutti i costi il visitatore, l'Ermitage rappresenta la quintessenza della bellezza spettacolare e smisurata della Russia. Nonostante una visita “alla bersagliera”, sempre di corsa, intendo, una mezza giornata in questo museo è una goccia in un mare di bellezze da vedere. Forse non è neanche un museo, ma è qualcosa di divino per quantità e qualità delle meraviglie esposte. La visita particolare dei gioielli Fabergé conclude l'apoteosi di bellezza, di sfarzo sconfinato. Mai visti tanti e così stupende pietre preziose, la cui luce inonda l'occhio fino a farlo traboccare in un'estasi dei sensi degna della più potente delle droghe.
È difficile immaginare la schiera di operai, ingegneri, architetti, artisti di ogni disciplina al lavoro per costruire questa immensità; il via vai dei capolavori acquistati in tutto il mondo; la sistemazione nelle sale. Forse non esiste persona che possa conoscere tutto l'Ermitage, neanche vi studiasse per tutta la vita. Sarà per questo motivo che le ragazze russe incedono in maniera superba e aggraziata? Conoscono la loro storia, la magnificenza della Grande Madre che le ospita. La loro bellezza rispecchia la realtà che le circonda. O viceversa. Poco importa, perché tutto questo sarà soppiantato dalla Russia cafona e arricchita che pensa più al denaro che alle meraviglie conservate sulla sponda della Neva.
Il cambiamento è già in atto e qualche strascico dei ricchi bagordi è ostentato davanti al turista sigillato nel pullman dai vetri non abbastanza scuri da filtrare le sconcerie neo-capitalistiche russe.
Chissà che cosa ne pensa la Grande Madre...

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