Helsinki
Trovare una città più brutta di Milano è compito arduo. Eccola: Helsinki!
È davvero un luogo triste e senza un’architettura ben definita. Semplice da “utilizzare”, la capitale finlandese non brilla più di tanto tra le capitali europee, neanche tra quelle meno blasonate. Ci si muove bene, le indicazioni sono chiare, il traffico automobilistico ben disciplinato. I suoi abitanti sembrano delle brave persone, ma nulla di più. Ovviamente, anche qui tutti parlano un inglese più che accettabile. Fatto che, sommato al traffico ordinato, non basta a renderla complessivamente migliore della “capitale morale” italiana.
In poche ore non possiamo decifrare molto dei finlandesi. Il palazzo del governo è in puro stile stalinista: enorme, tetro, informe. E, fatto davvero strano, edificato quasi in periferia. Sulla strada del ritorno un autista di autobus si attacca al clacson perché l’auto davanti a sé non si muove. Forse perché è passata col rosso, si ritrova incastrata in un incrocio, nonostante lo scarso traffico. Quaranta secondi di strombazzata rovinano l’idea un po’ “scandinava” di Helsinki.
In mancanza di meglio, decidiamo di andare a visitare la “Chiesa nella Roccia”, così chiamata perché scolpita all’interno di una collinetta pietrosa. All’interno sembra una normale parrocchia di periferia di una qualsiasi città italiana, piatta e iper-moderna. Una pianista esegue dei brani che sembrano di genere liturgico. Sembra messa apposta per noi croceristi, un po’ come la banda che suonava nel porto di San Pietroburgo.
Ripartiamo per il centro della città. Facciamo un po’ di spesa in un supermercato posto in un piano interrato. Tutto semplice, carta di credito accettata, commesse disponibili ad aiutare questi poveri stranieri provenienti dall’Europa meridionale.
Gironzolando un po’ per il centro, visto che non c’è rimasto granché da fare, entriamo nella stazione ferroviaria centrale. Pur essendo in piena estate, ci accoglie con una zaffata di caldo umido impressionante. I finlandesi amano il clima estivo mediterraneo e cercano di riprodurlo nei loro ambienti per tutto l’anno, estate compresa. L’atrio è alquanto spoglio, sembra una metropolitana più che la Centrale della Finlandia. C’è un intenso e pacato via vai di persone. Nessuno sbuffa, niente gomitate o spallate, massima gentilezza prima di un possibile impatto col prossimo.
Uscendo all’aperto, una cornacchia appollaiata su un semaforo urla qualcosa ai passanti. Sembra proprio una persona, quei matti che ogni tanto si incontrano per le nostre strade. Qui soltanto agli animale è concesso il turbamento della quiete pubblica.
S’incontrano qua e là alcuni russi che devono trovare più convenienti e meglio forniti i negozi finlandesi. Si comportano in maniera leggermente sopra le righe rispetto alla media finlandese, ma, tutto sommato, sono quasi irriconoscibili.
I locali frequentati dai giovani hanno un’ambientazione un po’ tetra, notturna, direi. Forse per il fatto che la bella stagione si riduce al “bel mese”, magari per il buio invernale. I ragazzi non accennano a malapena a un sorriso quando chiacchierano tra loro, ma senza mai svaccarsi in fragorose risate o in gesti ampi. Sembra che stiano bene con se stessi, che sio accontentino del poco che hanno. Sanno benissimo che là fuori in Europa c’è un mondo variopinto e allegro. L’idea di “casa” deve avere la meglio perché è lì, calda, ben illuminata, rassicurante. Viene il dubbio che i finlandesi siano dei mammoni…Pubblica post
Nessun commento:
Posta un commento