Tallin
Prima di esprimere qualsiasi giudizio, devo citare il sito Gnocca Travels (http://xoomer.alice.it/gtravels/tallinn.html) a proposito delle fanciulle estoni:
« 1) [Le estoni] Sono fiche spaziali, tutte magre e alte. Prendetene dieci a caso ed almeno la metà sono da valutare tra l'otto ed il dieci, se proprio siete di gusti difficili. A volte nelle discoteche capita di vederne tanta, ma tanta e così perfetta, da non sapere da dove cominciare. E fin qui tutto bene.
2) Rovescio della medaglia: le Estoni sono le ragazze più ottuse e ostiche in Europa. In realtà tutti gli estoni, uomini e donne, non godevano fama di svegli nell'ex CCCP ed ora in Scandinavia e nel Baltico ci sono le barzellette sulle Estoni, come da noi ci sono sui carabinieri. »
Queste le premesse. L’Estonia è senza dubbio il paese della gioventù, bella e numerosa nelle strade di Tallin. Se gli uomini lasciano un tantino a desiderare in quanto ad avvenenza, almeno secondo i canoni italici, le ragazze sono davvero carine. Sono dovunque, in maschera o scollatissime per indirizzare — più che attirare — il turista indeciso sul da farsi. Dobbiamo sembrare dei ricconi, visti i prezzi praticati nei caffè all’aperto.
Alcune donnine in costume hanno la funzione di cartelli stradali viventi. Con un bel sorriso e lo sguardo un po’ lontano, informano e dirigono il flusso turistico. Una di queste ragazze fungeva da reggi-palo. Il suo compito era quello di sorreggere un alto cartello pubblicitario. Ogni tanto si spostava nelle strade adiacenti. Ma restava ferma col suo pannello. La versione orientale dell’uomo-sandwich. Chissà che non fosse una lap dancer di notte…
Dopo la ripida salita alla città vecchia, ci accoglie un insolito cartello: “WiFi”. La Silicon Valley d’Europa ci accoglie così. Più in là, un giovane con un computer portatile, cuffie e microfono sta tenendo una videoconferenza a cavalcioni su un muretto di un giardino pubblico. Immaginate che fine farebbe quel computer se fossimo in Italia.
Che testa questi estoni. Immagino che un bel giorno si sono riuniti in assemblea e sarà uscito questo ordine del giorno: “Non abbiamo nulla. Siamo pochi. Siamo poveri. I russi ci prendono in giro. Che cosa facciamo”? Dalla riunione quello che doveva essere un genio ha trovato la soluzione: “Usiamo quello che abbiamo, la testa. Facciamoglielo vedere, ai russi e a tutto il mondo”!
Grazie a un’ottima università e ai governi che hanno creduto nei talenti dei loro giovani elettori, gli estoni hanno messo in piedi un’economia ricca e innovativa, basata sui servizi piuttosto che sui prodotti, coltivando le proverbiali tre “i”. Informatica di altissimo livello, inglese fluente e imprenditorialità. Non saprei dire se le auto in Estonia costino poco; considerando l’alto numero di maxi-berline con targa “est” parcheggiate lungo le strade di Talllin, gli estoni non se la passano male. Oppure hanno un mucchio di rate da pagare.
L’architettura di Tallin è semplice e, come dire, astuta. Anziché giocare sull’imponenza o sull’estrema complicazione progettuale, gli urbanisti hanno previsto che le abitazioni avessero le facciate dipinte di accesi colori pastello. La città è deliziosamente decorata, anche se nulla di particolarmente notevole spicca tra gli elementi architettonici della capitale.
La zona nuova si apre con un centro commerciale molto elegante che contiene perfino un hotel al suo interno. I negozi sono frequentatissimi dai giovani che, forse, si sentono più vicini ai loro coetanei europei negli acquisti o soltanto a guardare le vetrine. Un cafone con l’auto sportiva e lo stereo a tutto volume non può mancare come elemento di arredo urbano in una città così autoreferenziale come sa essere Tallin.
Entro in un negozio di souvenir estoni in cui spiccano numerose matrioske russe. Alla domanda sul perché in Estonia si vendessero oggetti tipicamente russi, la commessa mi risponde in maniera deliziosa: “Abbiamo avuto un’influenza russa”. Non ho avuto il coraggio di contestare la scarsa sinonimia tra i termini “influenza” e “dominazione”.
L’estone è una lingua ugro-finnica. Non è slava, né tantomeno si scrive con caratteri cirillici. Già da questa diversità grammaticale è facile immaginare quanto i russi avessero in simpatia i loro sottomessi. L’Estonia stessa è diversa, dalle altre repubbliche baltiche e dalla stessa Europa orientale. A volte sembra che voglia assumere dei modelli più “occidentali”, spesso ne prende soltanto gli aspetti più deteriori.
Questo piccolo grande paese se la caverà, grazie all’informatica, all’inglese e, in special modo, a un antico e genuino buon senso, la vera grande ricchezza degli estoni, con buona pace delle recensioni di Gnocca Travels.
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