«Amica mia cara, qui nel nulla avrei tantissime domande da porti.»
«Lo sai che ti ascolto sempre.»
«Confesso che sono tentato di interrogarti su argomenti ostici. Su chi sia Dio, che senso abbia la vita e altre amenità del genere.»
«La mia risposta di deluderebbe, per questo, se fossi in te, passerei a qualcosa di più... terreno.»
«Prima di scendere a questioni su “me” o “a me-con-gli-altri”, c'è un pensiero fisso che mi tormenta.»
«Ovvero?»
«Voi donne siete strane, vi basta ce qualcuno tronchi una qualsiasi domanda in due parti, che subito v'incuriosite. Una volta capito questo trucco, è molto semplice conquistarvi.»
«Spero che non sia questa la domanda.»
«Non lo è.
Immagina per un momento degli uomini primitivi. In un film vedevo uno di questi cavernicoli che, alla vista dell'amico morente, si era calmato augurandogli semplicemente un buon viaggio. Meraviglioso! Quello che l'assisteva credeva in qualcosa, nell'aldilà, nella vita che continua dopo la morte. Come non rendere più sopportabile il nostro ineluttabile destino con questa semplice convinzione?»
«Che ragionamento profondo!»
«Siamo ancora alla metà della domanda.
Continuiamo a lavorare di fantasia. Come spiegare a questi uomini la struttura dell'universo finora conosciuta, la teoria del Big Bang, di come è nato l'universo e di come si evolve? Ti ci vedi a spiegare loro che cos'è un fulmine? O il rapporto spazio-tempo? Non capirebbero, ti rivolgerebbero delle domande assurde, inserendo dubbi su spiriti, stregoni e sortilegi. Sarebbe per loro uno choc e, probabilmente, non ci crederebbero. Eppure noi sappiamo quasi per certo che è stato il Big Bang a generare l'universo per come lo conosciamo. Certo non conosciamo chi o che cosa abbia scatenato questa reazione. Né sappiamo perché essa sia avvenuta.»
«Mi sembra chiaro, ma devo deluderti. È già accaduto che degli aborigeni incontrassero degli occidentali e ne assimilassero le conoscenze, anche se con una certa difficoltà.»
«Non ho ancora concluso la domanda.
Considerato che in effetti deve esistere una risposta a ogni nostra domanda su ciò che ancora non conosciamo, dovrebbe esistere una verità su come siano andate davvero le cose. In teoria potremmo sapere se Dio esiste, perché l'universo è “esploso”, che cosa sia davvero la materia oscura...»
«Arrivati a quel punto, forse potremmo far risorgere i morti, viaggiare nel tempo, curare qualsiasi malattia e, soprattutto, capire perché siamo al mondo...»
«Non correre. Resta il fatto che potremmo conoscere una volta per tutte la verità.»
«Secondo la mia impostazione di pensiero, la verità corrisponde alla realtà. Secondo la Bibbia la verità è incarnata da Gesù stesso. Credo che tu ti sia messo in un bel pasticcio.»
«Non credo. Mi riferisco alla verità dimostrabile. Quindi, al massimo all'epistemologia. E poi sai benissimo quanto preferisco la gnoseologia. Mi sembra che si presenti meglio.»
«Voglio reggerti il gioco. E se l'universo fosse eterno? O, al più, se un dio eterno avesse generato un universo, magari, questo, non eterno? Come ti poni nei confronti dell'eterno? Come potrebbe concepirlo la nostra mente? Sembra un concetto semplice, una cosa che non inizia e non finisce. Ma non c'è un solo esempio in tutto l'universo di una cosa eterna. L'eternità è un concetto metafisico del tempo, non si può né toccare né dimostrare. È perfino difficile da immaginare. Il tempo è finito per i fisici, infinito per i filosofi. Scegli tu da che parte stare.»
«Così mi confondi. Qui, nel nulla, niente sembra essere come dovrebbe!
Se l'ontologia è lo studio del fondamento di ciò che esiste, del come esiste, se è solo pensabile, se è costante, universale, accertabile, allora essa implica anche la ricerca del senso profondo di ogni essere reale. Ciò è anche attinente alla domanda sul senso stesso dell'esistenza dell'uomo che pensa e che si pensa. Ogni domanda intorno al “soggetto”, all'“oggetto” e la loro “relazione”, dunque tra “io” e “mondo”, è anche una domanda ontologica. Questo è l'anello di congiunzione. E converrai con me che in questa ricerca ci sta bene lo sforzo di comprensione fisica della realtà prima di quella metafisica. Forse c'è una risposta scientifica a tutto e quindi anche al senso stesso della vita.»
«Se così fosse, avresti appena ucciso metafisica e religione.»
«Ora stai esprimendo gli stessi timori di un religioso!»
«Dopo un'affermazione così sfrontata, ti do qualcosa da leggere. Forse ti chiarirà le idee. O tempesterà la tua mente di nuovi dubbi:
« La domanda: “Perché vi è, in generale, l'essente e non il nulla?” reclama il primo posto anzitutto perché è la più vasta, in secondo luogo perché è la più profonda, infine perché è la più originaria... per il fatto che questa domanda è la più vasta è anche la più profonda. “Perché in generale vi è l'essente...?” Chiedere perché è come chiedere: quale ne è la ragione, il fondamento [Grund]? Da quale fondamento l'essente proviene? Su quale fondamento si basa? A quale fondamento risale? »
Martin Heidegger, Introduzione alla metafisica
sabato 6 febbraio 2010
Viaggio verso il nulla — 5a puntata
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