Un viaggio in Romania non può prescindere da un’analisi delle belle ragazze originarie di quei luoghi. Non esistono posti in cui le donne siano in assoluto più belle di altre; tuttavia la popolazione femminile giovane di alcuni paesi assume dei comportamenti talmente differenti dai nostri da risultare, diciamo così, più visibile. E se è vero che alcuni di questi comportamenti ci aggrada particolarmente, è fondato il dubbio che ci faccia supporre l’esistenza del rovescio della medaglia.
Le ragazze rumene hanno generalmente una voce sottile, resa più simpatica dal forte accento orientale che infondono al loro italiano stentato. I pensieri sono espressi in forme discorsive molto semplici e si rivelano piuttosto ingenue quando si discute dei grandi dilemmi della vita. L’atteggiamento semplicistico e banalizzante nei confronti dell’esistenza è una caratteristica tipica di chi ne ha passate di tutti i colori. Le ragazze rumene non vengono meno a questa regola culturale. Semmai a un uomo italiano dovesse piacere una ragazza del luogo, lei stessa o le sue amiche gli chiederebbero la data del matrimonio. Senza tanti dilemmi. “Easy come, easy go”. Deve essere molto semplice trovare una moglie in Romania. Il divorzio si ottiene in sei mesi circa. La norma “Easy” mi sembra ben applicata. Per tutte e due le facce della medaglia.
Le donne sono delle sirene incantatrici per parecchi degli uomini, qui più che altrove: voce sensuale, corpi scultorei e in bella vista, capelli neri corvini e occhi felini e decisamente ammiccanti. Un supplizio di Tantalo anche per chi cerca di relativizzare e rendere in maniera distaccata la melliflua realtà che lo circonda. Non si riesce a non pensar male nell’ammirare dei simpatici quadretti che si incontrano fin dalla partenza, ovvero quelle strane ed eterogenee coppie formate da un italiano tra i cinquanta e i sessanta e una rumena tra i diciassette e i ventisei. Spesso le dimensioni di questi quadri sono piuttosto sbilanciate, i rettangoli appaiono di dimensioni strette e parecchio lunghe, diciamo 60 × 20. È difficile non cedere alla potenza dell’amore e alla sua capacità di superare qualsiasi barriera, anche quella dei quarant’anni di differenza. Piuttosto, è ammirevole la spaventosa forza di attrazione di questa giovanette verso i nostri penosi vegliardi, immolando l’anima e soprattutto il giovane corpo all’altare del benessere e del suo dio. Conosciuto con il nome di Euro.
Tornando alle coppiette molto “rettangolari”, talvolta è difficile non inquadrarle come un insieme padre-figlia. I reciproci gesti d’amore assumono un tratto prevalentemente paterno e affettuoso. L’enigma degli osservatori più scettici potrebbe consistere proprio nella simulazione di un eventuale e problematicao congiungimento tra due entità fisiche così dissimili. Elementari e scontate le insinuazioni dell’osservatore intorno alla veridicità di tante paroline sussurrate all’orecchio di “papà”. Tant’è, loro sono lì, di fronte a me, abbracciati. Lui un grassottello dagli occhi azzurri e vivaci, pochi capelli in testa, con un perfetto cerchio che mostra la pelata luccicante sotto i neon. Spiritosetto, voce sottile, toscano identico a Marco Messeri, con la stessa parlantina veloce, simple mind, apparentemente sempre a suo agio. La risposta italiana a un nerd, senza gli occhiali, però; uno sfigato cresciutello, magari già sposato e divorziato, con uno o due figli coevi alla sua fidanzatina. Lei bella sì, ma non bellissima, comunque un faro nelle tenebre se paragonata a lui. La guardo e sorrido della sua disgrazia. Lei mi vede. Si tiene ben stretto il suo tesoro, anzi lo “sponsor”, come dicono qui, giocando sul doppio senso di “sposo” e di “finanziatore”. È alta, leggermente in carne, il viso pulito, la carnagione chiara e vellutata. Le sopracciglia incorniciano con un’onda sinuosa due profondi occhi, talmente scuri che la pupilla sembra essersi mimetizzata nell’iride. Il taglio è decisamente rumeno, felino e un po’ spiovente, come gli abbaini di Sibiu. Rivolge i suoi occhioni in maniera dolce e distaccata, mantenendo la stessa espressione se si rivolge a un oggetto o a una persona. Un bel sorriso illumina il suo raggiante volto, sereno e leggermente ammiccante. Si accarezza i capelli con un gesto stanco e ripetitivo mentre sfoglia un pieghevole insieme a… Marco Messeri. Lei rivolge i suoi desideri al suo tutore in maniera continua, cambia spesso la mèta dei luoghi di vacanza descritti sul foglietto colorato. Non intende scegliere soltanto uno dei posti da vedere, si limita ad aggiungere una destinazione dietro l’altra. Il vecchietto, che sembra più anziano perché ricurvo sulla sua modesta statura, annuisce, promette, non discute mai, non osa contraddirla, la sua stellina. Seguito a guardarli con sufficienza, ma per lui non esisto nemmeno, la vecchia volpe! Mi sembra di vivere all’interno di una striscia di Milo Manara, nel triangolo lui-vecchio, lei-giovane, l’altro-giovane. Si alzano, lei si guarda un po’ intorno con aria distratta, lui farfuglia qualcosa e ridacchia. È ora di partire. Procedono. Sono una coppia buffa e sghemba. L'amore è cieco, almeno per uno dei due.
Scene più gustose di quella sopra descritte si possono vivere nei locali notturni. Quella che mi è rimasta più impressa si è svolta in un pub. Musica “commerciale” anni Novanta, pavimento in parquet lucidissimo color ciliegio, pareti e tetto in tono, luci soffuse, bicchierino con la candela su ogni tavolo a rischiarare dal basso i volti degli avventori. Ma niente di transilvanico. Nel mezzo della sala si trova un grande tavolo circolare con un signore che ha agevolmente superato i sessanta e due ragazze al seguito. Lui ha i capelli lunghi, candidi, un po’ spettinati quel tanto da conferirgli l’aria un po’ bohémienne e artistoide. È stravaccato sulla sedia, si gusta l’aria intrisa di fumo, finge di seguire il ritmo di canzonette che certamente non gli appartengono, nonostante siano un po’ datate. Tutta lo spettacolo appare come un fermo immagine tanto le persone conservano la loro solenne immobilità. Entrando mi volto verso le ragazze per guardarle meglio in volto. La prima è vestita in maniera giovanile, come si confà a un’adolescente della sua età. Castana, belloccia, dall’aspetto un po’ anni Ottanta, con le spalline imbottite e il trucco degli occhi dalle forme aggressive. Accanto le siede la biondina, ossigenata, capelli dal taglio dozzinale e peggio pettinati. Indossa una specie di top aderente lungo, direi una bizzarra maglietta a pelle di leopardo, di viscosa, che evoca delle atmosfere dei film soft porno di qualche decennio fa. Gonna nera e scarpette nere e lucide, messe in bella vista dalle gambe maliziosamente accavallate. Dei tre astanti è la “signorina leopardo” la figura che spicca maggiormente, a causa della sua triviale e maldestra appariscenza. L’uomo sembra essere orgoglioso della duplice dolce compagnia, siede con le due ragazzette compiaciuto come un alfiere che ostenti il suo stendardo in una parata. È sicuro di sé, realizzato, quasi fosse giunto al caffè del dopo pranzo. I tre sembrano leggermente annoiati, costretti alla parata senza troppa convinzione, giusto per fare qualcosa la sera. Ah! La forza dell’amore. Dalle mie parti più che al nobile sentimento in questi casi si pensa maliziosamente al detto del paio di robusti buoi...
Di fronte a tanta avvenenza congiunta ad altrettanto opportunismo l’Italiano attempato non ha proprio scampo: non si contano gli aneddoti di famiglie abbandonate, di fughe d’amore, diciamo così, di passioni che esasperano e fanno esplodere latenti conflitti domestici. Non mi sento di biasimare coloro che hanno condotto una vita mediocre e piatta, che si sono sposati senza troppa convinzione, che hanno trascinato un’esistenza anonima e piatta. E che si ritrovano in un paese di Bengodi, affascinati da queste illusorie ninfette profittatrici e desiderose di rimettere in sesto la propria vita. Né mi sento in grado di disapprovare il comportamento delle ragazze a cui la miseria ha rubato l’infanzia e che vogliono rifarsi nell’adolescenza. Una visione cinica del rapporto potrebbe mostrare una coppia che si regge tutto sommato in equilibrio: lei che si dà a un vecchietto, con la prospettiva che non dovrà sopportarlo per troppo tempo; lui che si concede gli ultimi barlumi della crepuscolare vita sessuale. Il primo ha la pecunia, lei ci mette l’amore, acquistano l’uno dall’altra due sentimenti posticci, barattano le diverse felicità e vivono attraverso una funzionale economia di guerra, dove ogni bassezza e ogni cinismo sono coperti dalla grande coperta dell’amore, vero o presunto. Un amore che si svolge nell’hortus conclusus della coppia, come se i due vivessero in una stanza dalle pareti a specchio e trasparenti all’esterno, dove gli altri guardano, sghignazzano, giudicano e pontificano senza che la coppia se ne accorga. E loro che si chiudono al mondo esterno dentro la complicità di amanti semi-clandestini. Pensando alla vanitas vanitatum omnia vanitas, aggiungendo un po’ di distaccato Panta rei e concludendo con un Oggi ci siamo, domani chissà, la ruota della vita continua a girare anche per questi amori sbilenchi, con buona pace delle famiglie abbandonate o degli amici ammiccanti e, diciamolo, anche un bel po’ invidiosi.
Il buio della notte nasconde gli innamorati. Almeno fino a quando non sorgerà il sole.
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Busie old foole, unruly Sunne,
Why dost thou thus,
Through windowes, and through curtaines call on us?
Must to thy motions lovers seasons run?
John Donne, The Sunne Rising.
mercoledì 6 ottobre 2004
Le donne rumene e l’arte: i simpatici quadri 60x20.
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1 commento:
sei troppo cinico nel raccontare le storie tra gli over 60 e le donne rumene.
Non e cosi facile...speso ci innamoriamo del straniero che incontriamo e per fortuna grazie a un passato pieno di stenti come dici tu, riusciamo meglio a capire e fare nostra una cultura diversa perché ci manca quella ipocrisia che in occidente il benessere a portato.
Le donne rumene vanno subito al sodo perché hanno capito che la vita e una sola e che si deve prendere al volo tutto quello che di buono e bello offre.
A che serve dirsi un domani: se avessi fatto, se avessi detto...forse..
Vivere con il dubbio non e una bella scelta.
Sono donne concrete che non amano perdere il tempo e che sanno che possono contare solo su di loro per quello che riguarda il loro futuro e della loro famiglia.
A differenza di quello che ho visto in Italia dove i genitori vengono parcheggiati in pseudo strutture per anziani con una due visite al anno.Chiamiamole strutture....
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